Castel Restor e le sue frazioni
APT Terme di Comano-Dolomiti di Brenta Partner verificato Explorers Choice
La prima notizia relativa a Castel Restór risale al 1265, anno in cui il principe vescovo di Trento Egnone di Appiano concesse in feudo a Federico d’Arco il Dosso della Vedova. Con quest’atto il presule permise di costruirvi un castello per proteggere dai pericoli esterni la popolazione della zona. La fortificazione, oggi nel comune del Bleggio, sorse in un territorio di fondamentale importanza per il collegamento tra il Banale, le Giudicarie, il Lomaso e il Basso Sarca. Durante gli anni di guerra tra Venezia e Milano il Trentino occidentale divenne teatro di continue e feroci battaglie. In questo contesto, Castel Restór venne dapprima occupato dal Gattamelata, capitano della Serenissima, più tardi espugnato e distrutto da Paride Lodrón. Una volta ricostruito, mantenne le sue funzioni difensive fino al XVIII secolo, quando venne trasformato in casino di caccia. Castel Restór doveva presentarsi originariamente con un impianto piuttosto simile alle altre fortificazioni dei conti d’Arco, quali Drena e Castellino: una torre quadrangolare circondata tutt’intorno da una cinta muraria curvilinea. Oggi si presenta allo stato di rudere, nonostante se ne possa ancora apprezzare la possente torre.

Indicazioni sulla sicurezza
- preparate il vostro itinerario;
- scegliete un percorso adatto alla vostra preparazione;
- scegliete equipaggiamento e attrezzatura idonei ;
- consultate I bollettini nivometereologici;
- partire da soli è più rischioso;
- lasciate informazioni sul vostro itinerario e sull’orario approssimativo di rientro;
- non esitate ad affidarvi ad un professionista;
- fate attenzione alle indicazioni e alla segnaletica che trovate sul percorso;
- non esitate a tornare sui vostri passi;
- in caso di incidente date l’allarme chiamando il numero breve 112.
Come immaginerai, la percorribilità degli itinerari in un ambiente montano è strettamente legata alle condizioni contingenti e dipende quindi da fenomeni naturali, cambiamenti ambientali e condizioni meteo. Per questo motivo, le informazioni contenute in questa scheda potrebbero aver subito variazioni. Prima di partire, informati sullo stato del percorso contattando il gestore dei rifugi sul tuo percorso, le guide alpine, i centri visitatori dei parchi naturali e gli uffici turistici.
Ulteriori informazioni e link
www.visitacomano.itPartenza
Arrivo
Direzioni da seguire
Difficoltà: T (turistico)
Lasciata la macchina a Vergonzo, nel parcheggio nei pressi del bivio per il castello, si sale seguendo le indicazioni lungo una panoramica strada sterrata che in poco tempo permette di arrivare a Castel Restor. Il castello fu eretto nel 1265 dai Conti D’Arco e presiede le pendici del Monte S. Martino; fu roccaforte nei conflitti tra i da Campo, i Lodron e i d’Arco, andò in rovina nel XVIII secolo e di esso rimangono ormai solo ruderi. Qualche anno fa sono stati realizzati dei lavori di restauro per la conservazione di quanto ancora rimasto. Attualmente è visibile ciò che rimane di una torre in granito, di una cisterna per l’acqua, di parte dei muri del palazzo e qualche resto della muraglia di cinta. Rientrati in paese per la stessa via di salita, si prosegue alla scoperta dei borghi e delle piccole chiesette circostanti. Si parte dalla vicina chiesa dei SS. Bartolomeo e Matteo, poco sotto il parcheggio: costruita nella seconda metà del XVI secolo dove prima esisteva un capitello affrescato probabilmente del Baschenis. Si scende verso sinistra fino ad incrociare la strada principale, per poi proseguire, sempre verso sinistra, in direzione di Tignerone. Poco prima del paese si trova la chiesa dedicata a S. Giorgio, riedificata in pieno Rinascimento, ha all’interno tre pregevoli altari dedicati a S. Giorgio, S. Antonio da Padova e ai Santi Rocco e Sebastiano. Si oltrepassa Tignerone per arrivare a Cillà, dove troviamo una chiesetta privata del 1893, dedicata ai Santi Francesco e Giacomo. Appena dopo tale chiesetta il percorso devia a destra (seguire la segnaletica “Biè – P.Arche”) inoltrandosi per la campagna dove, poco più avanti, si trova un capitello dedicato al SS. Crocifisso. Si scende leggermente nella “Val di Biè”, per poi risalire e trovarsi, in cima alla breve salita, di fronte alle prime case del piccolo centro di Biè e ad un bivio, svoltare a sinistra per una strada sterrata di campagna ed in poco tempo si arriva alla chiesa di S. Nicolò.
Lasciata la chiesetta si continua sulla strada pianeggiante fra campi coltivati fino alla frazione di Comighello. Entrati in paese lo si attraversa e si arriva sulla Strada Provinciale N° 5 del Bleggio che si segue a destra sul marciapiede di cui è dotata. Poco avanti, si gira a destra e si imbocca la strada comunale per Sesto. Per poter vedere la caratteristica architettura del borgo si prosegue sulla strada principale fino in fondo al paese e, arrivati ad una piccola fontana si gira a sinistra salendo per portarsi su una via parallela a quella percorsa precedentemente. Si gira a sinistra e si prosegue, passando sotto un ponte, fino a ritornare sulla strada provinciale dove si imbocca, sulla destra, una stradina asfaltata di campagna che fa ritorno a Vergonzo.
Nota
Come arrivare
Da Ponte Arche/Comano Terme proseguire verso il Bleggio fino all'abitato di Vergonzo (4 km).Dove parcheggiare
Parcheggio libero a Vergonzo.Coordinate
Attrezzatura
- zaino dell'escursionista;
- scarpe da trekking.
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